Anoressia e Psicoterapia

L’ anoressia nervosa è uno dei disturbi alimentari più frequenti, caratterizzato da una restrizione dell’alimentazione, dovuto ad un’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme corporee ed ad una continua e ossessiva paura di ingrassare.

Secondo il DSM-5 (Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali) i criteri diagnostici per l’anoressia nervosa sono: restrizione nell’assunzione di calorie in relazione alle necessità, che porta ad un peso corporeo significativamente basso in base ad età, sesso, sviluppo e  salite fisica; Intensa paura di aumentare di peso o diventare grassi; Distorsione dell’immagine corporea, ovvero un’alterazione del modo in cui viene vissuto dalla persona il peso o la forma del proprio corpo.

Si identificano due sottotipi di anoressia mentale: Tipo con restrizioni che presenta una perdita di peso che è ottenuta principalmente attraverso la dieta, il digiuno e/o l’attività fisica eccessiva e il Tipo con abbuffate/condotte di eliminazione che presenta ricorrenti episodi di abbuffata o condotte di eliminazione (per es., vomito, uso di lassativi, diuretici…).

I disturbi alimentari sono associati a problematiche psicologiche e sociali ma anche fisiche, che sono, quest’ultime, una diretta conseguenza di un’alimentazione sbagliata o di tentativi di tenere il peso sotto controllo.

Le giornate della persona affetta da anoressia sono scandite da un unico pensiero: resistere al cibo, contare le calorie, controllare (non mangiare), abbuffarsi, vomitare e poi ricominciare.

Il continuo controllo del peso corporeo e delle calorie ingerite, offrono una sensazione di sicurezza che serve a combattere ciò che non si è in grado di controllare.

Come affrontare l’anoressia nervosa?

L’anoressia, così come la bulimia, non sono malattie dell’appetito. Sicuramente, è più facile, per esempio, per un genitore ricollegare tutto a una malattia fisica o dell’appetito e, quindi, pensare che, modificando l’appetito, il soggetto possa guarire, ma non è così…La cura non è una dieta!

Per affrontare l’anoressia e, in generale, i disturbi alimentari è necessario un lavoro su sé stessi. Il trattamento psicoterapeutico si dimostra essere, infatti, molto efficace nei disturbi alimentari.

La Psicoterapia della Gestalt considera il sintomo non come qualcosa che deve essere eliminato ma, in un ottica evoluzionista, il miglior adattamento possibile che la persona è stata in grado di trovare per rapportarsi ad uno specifico ambiente. L’anoressia (le restrizioni, le abbuffate, il vomito…) diventa, pertanto, un sano e normale adattamento creativo che la persona ha attuato in particolari condizioni, ovvero l’unico modo in cui la persona è riuscita a rispondere a quello che stava succedendo nella sua vita.

Obiettivo della terapia sarà, quindi, non l’eliminazione del disturbo ma una sua esplorazione, attraverso una relazione empatica tra persona e terapeuta volta al recupero del “sentire” le proprie emozioni e del contatto con la realtà, recuperando la dimensione della responsabilità (ciò che la persona vuole o non vuole fare) e l’accettazione del proprio modo di essere. © Contenuti ed Articoli soggetti a Riproduzione Riservata.